In numismatica gli errori di conio e le varianti sono particolarmente studiate e ricercate dai collezionisti. Al giorno d’oggi le monete prodotte a macchina sono tutte uguali ad eccezione di eventuali errori e difetti di conio. Nel passato, quando invece la battitura avveniva a mano con possenti colpi di martello, ogni pezzo era diverso dagli altri e le varianti erano innumerevoli. Proprio per questo la numismatica è una scienza che può sempre riservare gradite e inaspettate sorprese.
Con l’avanzare della tecnologia gli errori e le varietà sono notevolmente diminuiti rispetto al passato. Il loro numero è invece alto quando le coniazioni sono fatte in modo affrettato e caotico, senza prestare la dovuta attenzione alla preparazione dei conii, urgenza che in genere si ricollega a momenti storici particolari, di forte instabilità sia politica che economica. Come, ad esempio, le innumerevoli varianti per forma delle lettere, diversa spaziatura, punteggiatura, grandezza della testa del re, dimensione dell’arma, ornamenti, della piastra da 120 grana in argento di Ferdinando II di Borbone (1830-1859) per Napoli; oppure le varianti a partire dai due tipi fondamentali, con o senza l’alberello della libertà, che si caratterizzano per il diverso panorama della città, raffigurato ai piedi della Madonna di san Luca, impresso sugli scudi da 10 paoli d’argento del governo popolare di Bologna (1796-1797).
Qualche anno fa in Cile sono state trovate monete con un importante e imbarazzante errore, la cantonata si trova impressa sul comune spicciolo decagonale da 50 pesos in bronzo di alluminio (7 g il peso, 25 mm il diametro) messo in circolazione a partire dal 1981. La moneta presenta, al dritto, il busto, volto a sinistra, di Bernardo O’Higgins, sull’altro lato compare invece l’indicazione del valore e la data di coniazione. Ricordo che Bernardo O’Higgins (1778-1842) fu un generale e politico cileno, primo capo di stato, insignito del titolo di Padre della Patria. Sul conio incriminato, datato 2008, al dritto attorno al busto di O’Higgins è riportata la seguente leggenda: REPUBLICA DE CHIIE. Avete letto benissimo, non è un refuso, è proprio scritto CHIIE invece di CHILE, in altre parole compare una seconda I al posto di una L.
L’errore è stato notato e segnalato nei primi mesi del 2009, molti hanno sottolineato l’aspetto alquanto singolare del fatto che una nazione possa scrivere in modo errato il proprio nome su una propria moneta. Poiché esistono due varietà della moneta da 50 pesos 2008, una giusta e una con l’errore, si può solamente presumere che ci deve essere stato almeno un conio inesatto. Particolarmente interessante il fatto che la moneta errata sia effettivamente entrata in circolazione; naturalmente dopo la sua scoperta i pezzi errati sono stati rapidamente intercettati e tesaurizzati. Questo particolare, cioè l’entrata nel flusso monetario comune, potrebbe forse confermare l’idea che il pezzo sia stato prodotto per un malaugurato incidente anche se, in molti, ritengono che sia altamente improbabile che lo scomodo errore sia stato fatto per fatalità. A seguito dello scandalo e dell’imbarazzo nazionale, il direttore della zecca e altri dipendenti sono stati licenziati.
Un’altra particolarità è collegata all’incisore francese René Thenot, autore del busto di O’Higgins che si trova sui pezzi da 1, 5, 10 e 50 pesos che circolano in Cile: il suo nome è inciso su tutti i pezzi ma, curiosamente, non figura sui tondelli da 50. Sulla moneta da 50 pesos 2008 con l’errore CHIIE si trova invece impresso il nome dell’incisore, RF Thenot, ma non è tutto perché esistono due varianti della moneta corretta, una con le iniziali e un’altra senza, come tutti i pezzi prodotti con altre date.
Gli errori in campo monetale possono derivare dalla distrazione dell’incisore, dell’addetto al conio, dal verificatore, dal logoramento dei punzoni, da un guasto meccanico, da un macchinario momentaneamente inceppato. In questo modo, per esempio, si possono avere pezzi incusi, con una sola impronta, con una doppia coniazione, con impronte decentrate.
Uno degli errori più famoso è quello di NATOLEONE che si trova inciso su alcuni pezzi da una lira d’argento del 1810 per Milano, in questo modo è stato deformato il nome del grande corso. La moneta in questione è particolarmente rara. Sempre della zecca di Milano esistono pezzi da 5 soldi 1814 e centesimi 1808 con l’improbabile leggenda di IMPERARORE e IMPERAPORE.
Sulla moneta da 500 lire d’argento della Città del Vaticano, emessa per la sede vacante del 1958 (100.000 la tiratura), sulla maggioranza dei pezzi compare, sul contorno, CITTA senza accento. Quando ci si accorse dell’errore e si corresse il conio era troppo tardi, i pezzi errati non vennero ritirati e oggi sono più comuni di quelli esatti.
Esistono monete da 500 lire d’argento battute nel 1974, dalla zecca di Roma, per commemorare Marconi che riportano, sul contorno, l’incredibile scritta REPVBALIANA BLICA IT. Questa rara curiosità è dovuta ad un errore di composizione della ghiera godronatrice.
Come non ricordare le 1.000 lire bimetalliche Italia turrita del 1997. Di questa moneta esistono due varianti: nel primo tipo la cartina dell’Europa, posta al rovescio, è errata (sbagliati i confini dell’Olanda e della Danimarca, manca completamente l’ex Germania Democratica); invece la seconda versione mostra una cartina corretta. Quando ci si accorse dell’errore si provvide immediatamente a modificare il conio ma l’intero quantitativo della produzione errata non venne ritirato e rimase regolarmente in circolazione. Non è dato sapere la tiratura delle due varianti (cento milioni in totale) ma sono entrambe comuni. Può anche capitare che una moneta venga battuta sul tondello destinato ad un’altra, tondello naturalmente diverso per dimensione e/o per metallo. Come testimoniano i pezzi da un centesimo di euro usciti, chissà come, dalla zecca di Roma, coniati sul dischetto destinato ai 2 centesimi. La moneta presenta la faccia comune da 1 cent. associata alla figura, al dritto, della Mole Antonelliana.
Oggi le moderne zecche possiedono personale altamente qualificato e specializzato, dispongono di una tecnologia sofisticata, di controlli di qualità, di standard interni e questi aborti, per così dire, non dovrebbero esistere, in ogni caso non dovrebbero uscire dallo stabilimento di produzione ed entrare in circolazione, ma si sa ERRARE UMANUM EST e, come si dice, perseverare è diabolico. A questo punto sorge spontanea una domanda, gli errori sono tutti fatti in buona fede, per distrazione o disattenzione, oppure, a volte, sono intenzionali con l’unico scopo di creare una rarità a scopo di lucro? Difficile fornire una risposta certa, ognuno è libero di pensarla come meglio crede.