Ciascuno, nell’arco dei secoli, ha immaginato la Luna a modo suo, almeno fino a domenica 20 luglio 1969 quando, pochi secondi dopo l’allunaggio del LEM sul suolo lunare, il comandante Neil Armstrong pronunciò la storica frase «Houston, qui base della tranquillità. L’Eagle è atterrato». Il viaggio durato 4 giorni, 6 ore, 45 minuti e una manciata di secondi, era iniziato il 16 luglio 1969, alle 9,32 (ora locale), quando il gigantesco razzo Saturn V lasciava la rampa di lancio del Kennedy Space Center (Florida). Il 24 luglio Neil Armstrong, Micheal Collins e Buzz Aldrin, a bordo del modulo di comando Columbia, ammararono nell’oceano Pacifico e vennero recuperati dalla portaerei USS Hornet. L’uomo, nato da un processo evolutivo della famiglia degli Hominidae che ha dato origine a specie appartenenti al genere Australopithecus, al genere Homo con numerose specie estinte come, ad esempio, Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis, per la prima volta, tra mille difficolta e peripezie, aveva tentato l’impossibile. L’umanità era riuscita nell’impresa di lasciare il nostro pianeta ed esplorare un altro corpo celeste: la Luna. Tutto quello che per anni era appartenuto solamente alla fantasia, alla fantascienza, all’improvviso era diventato realtà, il progresso scientifico aveva portato l’uomo nello spazio e sul nostro satellite. Le tappe di questa grande avventura si svolsero incredibilmente nell’arco di soli 12 anni, a partire da quando i sovietici misero in orbita il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1 (in russo “compagno di viaggio”), lanciato il 4 ottobre 1957 dal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan).
Scarica articolo completo 50 anni dallo sbarco sulla Luna in formato PDF, tratto da Panorama Numismatico n.352 di Luglio-Agosto 2019