di Gianni Graziosi
Tra le monete della Gran Bretagna, i multipli in oro da 5 ghinee sono particolarmente popolari e ricercati dal mercato numismatico. In mezzo agli esemplari di monete di alto livello che saranno proposti all’incanto il 14 novembre 2019 all’hotel Métropole a Monaco, in avenue de la Madone 4, da MDC Monnaies de collection sarl, il lotto 768 è particolarmente interessante e intrigante. Si tratta della rarissima moneta d’oro da 5 ghinee di Giorgio II di Gran Bretagna (1727-1760) datata 1746, il pezzo è inoltre impreziosito da un’altissima conservazione certificata PCGS MS 62.
Al dritto si trova la testa, volta a sinistra, di Giorgio II, la scritta georgivs ii dei gratia e, sotto la testa del re, la dicitura lima, mentre al rovescio c’è lo stemma coronato e inquartato con le armi d’Inghilterra, Scozia, Francia, Hannover e Irlanda; attorno la dicitura •M•B•F•ET•H•REX•F•D•B•ET•L•D•S•R•I•A•T•ET•E• (Magnæ Britanniæ Franciæ ET Hiberniæ REX, Fidei Defensor, Brunswick ET Lueneburg Dux, Sacri Romani Imperii Archi Tesurer ET Elector ossia re di Gran Bretagna, Francia ed Irlanda, difensore della fede, duca di Brunswick e Lüneburg, Arcitesoriere1 ed Elettore del Sacro Romano Impero) e la data 1746. Naturalmente il titolo di re di Francia era solamente nominale e riguardava le rivendicazioni inglesi sul trono di Francia. L’attribuzione risale a Edoardo III d’Inghilterra (1327-1377) che si proclamò legittimo successore al trono francese e iniziò il conflitto conosciuto come guerra dei cent’anni, combattuta dal 1337 al 1453. Fino al 1801 i sovrani d’Inghilterra e, dopo l’atto di Unione del 1707, quelli di Gran Bretagna si fregiarono del titolo formale di re di Francia.
La ghinea (guinea in inglese), una moneta britannica d’oro, fu coniata la prima volta il 6 febbraio 1663 sotto il regno di Carlo II d’Inghilterra; un proclama del 27 marzo la rese moneta a corso legale, l’ultima fu invece battuta nel 1813 durante il regno di Giorgio III (1760-1820). Da una libbra troy2 (373,24 g circa) di oro con titolo di 917‰ (11/12) si dovevano ottenere quarantaquattro ghinee e mezzo con un peso teorico di circa 8,4 grammi. Il nome ghinea deriva dal territorio africano da cui inizialmente proveniva la maggior parte dell’oro impiegato per la sua coniazione, la costa dell’Africa occidentale, il cui nome tradizionale era Guinea; il litorale era suddiviso in costa del grano, costa dell’oro e costa degli schiavi. Fu la prima moneta d’oro inglese ad essere coniata a macchina. All’inizio valeva un pound sterling, pari a venti scellini, ma nel corso degli anni il suo valore fluttuò fino ad arrivare a trenta scellini; dal 1717 al 1816 venne fissato, da un proclama reale, a ventuno scellini. Nel 1816 la ghinea venne sostituita dalla gold sovereingn, la sovrana o sterlina d’oro, con al rovescio il san Giorgio che uccide il drago, opera del medaglista italiano Benedetto Pistrucci (1783-1855) che, nel 1815, iniziò a lavorare come incisore alla zecca reale britannica. Questa bella immagine resta il simbolo principe della sterlina d’oro che, da oltre due secoli, è coniata in base alla legge del Great Recoinage 1816 con lo stesso peso e la stessa percentuale d’oro zecchino, 113 grani ossia 7,3224 grammi.
La moneta d’oro da 5 ghinee, con un diametro di 37 millimetri e un peso compreso tra i 41 e 42 grammi, era il taglio maggiore regolarmente coniato a macchina in Gran Bretagna nel periodo 1668-1753. Questo nuovo nominale durante il regno di Carlo II (1660-1685) venne coniato per diciassette anni, dal 1668 al 1684. Il dritto presenta il busto, con corona d’alloro, del re volto a destra, mentre sul rovescio si trovano quattro scudi coronati disposti a croce con le armi di Inghilterra, Scozia, Francia e Irlanda, intervallati da quattro scettri, al centro quattro “C” intrecciate fra loro. Anche sotto il breve regno di Giacomo II (1685-1688) nel 1686, 1687 e 1668, vennero coniati pezzi da 5 ghinee che presentano il busto del re rivolto a sinistra. Giacomo venne deposto e costretto all’esilio durante quella che è conosciuta con il nome di Gloriosa Rivoluzione, il parlamento inglese lo dichiarò decaduto l’11 dicembre 1688 e come successore non nominò il primogenito maschio, Giacomo Francesco Edoardo, ma la figlia protestante Maria II (1689-1694) che regnò congiuntamente e di comune accordo con il marito Guglielmo III d’Orange. Le monete da 5 ghinee coniate a partire dal terzo anno di regno nel 1691 e successivamente nel 1692, 1693 e 1694, sono particolari in quanto sul dritto hanno i profili congiunti dei due regnanti, nello stile di alcune coniazioni dell’antica Roma. Anche il rovescio venne modificato con l’inserimento di un grande scudo rinascimentale coronato e inquartato con le armi di Francia (primo quarto), della Scozia (secondo quarto), dell’Irlanda (terzo quarto), dell’Inghilterra (quarto quarto), al centro un piccolo scudo con il leone rampante di Nassau. Con la morte della regina Maria, per vaiolo nel 1694, il marito continuò a regnare come Guglielmo III d’Inghilterra (1684-1702) e negli ultimi tre anni del suo regno solitario (1699, 1700, 1701) vennero emesse monete da 5 ghinee. Al dritto la testa del sovrano è rivolta a destra mentre sul rovescio ricompaiono i quattro scudi coronati posti a croce come nelle monete di Carlo II e Giacomo II. Probabilmente lo stemma utilizzato durante il regno congiunto non era piaciuto e si preferì tornare alla raffigurazione usata precedentemente.
Una caratteristica peculiare di queste coniazioni è la presenza, su certe monete emesse fino al 1699, di un piccolo elefante o un piccolo elefante con castello sulla schiena collocato sotto il busto del sovrano. Questo elemento allude al fatto che l’oro utilizzato per la battitura era stato fornito dalla Royal African Company of England. L’elefante era infatti il simbolo di questa società mercantile fondata nel 1660 e che aveva il monopolio sul commercio inglese lungo la costa occidentale dell’Africa con l’obiettivo principale di sfruttare i giacimenti d’oro lungo il fiume Gambia. Presto la compagnia iniziò il commercio degli schiavi, anche verso colonie inglesi nel Nord America: tra il 1662 e il 1731 vennero trasportati circa 212.000 schiavi di cui circa il 21% moriva durante il viaggio. Nel 1731 la società abbandonò la tratta degli schiavi e si dedicò al commercio e al trasporto di avorio e oro.
Ritornando alle 5 ghinee, durante il regno della regina Anna (1702-1714) la moneta venne coniata negli anni 1703, 1705, 1706, 1709, 1711, 1713 e 1714. Il primo conio datato 1703, secondo anno di regno, presenta la parola vigo sotto il busto della regina per celebrare la grande vittoria nella battaglia navale della baia di Vigo nel corso della guerra di successione spagnola (1701-1714) fra la flotta anglo-olandese e quella franco-spagnola. Lo scontro si svolse il 23 ottobre 1702 davanti alla città galiziana di Vigo e proprio con l’oro catturato alle navi nemiche, in verità una piccola quantità di 7 libre e 8 once3, furono coniate monete destinate alla circolazione da mezza, una e cinque ghinee; l’allora direttore della zecca era nientemeno che Isaac Newton (1643-1727). Oggi il pezzo da 5 ghinee è la moneta più rara e ambita dell’intera serie aurea inglese, sembra che meno di 15 pezzi siano presenti nelle collezioni private. L’effige della regina è rivolta a sinistra e il rovescio è simile a quello inciso nel regno precedente tuttavia, con l’Atto dell’Unione del 1707 fra il regno d’Inghilterra e il regno di Scozia, il disegno del retro fu modificato. Le armi di Scozia e Inghilterra furono unite in un unico scudo, con l’arma inglese a sinistra e quella scozzese a destra, questo nuovo scudo si alternava con quelli di Francia e d’Irlanda, inoltre la rosa centrale fu sostituita dalla stella dell’Ordine della Giarrettiera, il più antico ed elevato ordine cavalleresco del Regno Unito fondato, molto probabilmente, nel 1349. Da segnalare che monete datate 1706 possono avere entrambi i rovesci. Con Giorgio I di Gran Bretagna (1714-1727) furono coniate 5 ghinee solo nel 1716, 1717, 1720 e 1726. La serie delle 5 ghinee di Giorgio II (1727-1760) inizia nel 1729, terzo anno di regno, e prosegue nel 1731, 1735, 1738, 1741, 1746, 1748, 1753. Il busto del sovrano è volto a sinistra e al retro è presente un grande scudo coronato e inquartato con le armi di Inghilterra + Scozia, Francia, Hannover e Irlanda. Alcune monete del 1729 hanno l’acronimo E.I.C. sotto la testa del sovrano per indicare che l’oro per la coniazione era stato fornito dalla Compagnia Britannica delle Indie Orientali, l’Est India Company. Particolare anche il conio datato 1746 che, sotto la testa del re, presenta la parola lima per specificare che il biondo metallo usato nella produzione proveniva dall’ingente bottino raccolto durante il viaggio attorno al mondo dalla flotta affidata a George Anson (1697-1762) nel suo “titolo” di pirata reale. In ogni caso il suo uso è abbastanza misterioso in quanto sembra mancare qualsiasi legame noto con il Perù, certo che Lima non era stata conquistata militarmente dagli inglesi. Giorgio II fu l’ultimo sovrano britannico ad emettere, nel 1753, pezzi da 5 ghinee su larga scala per la circolazione. Del successore Giorgio III (1760-1820) esiste solamente una rarissima tipologia datata 1770 e 1773 che d’altronde mai fu messa in circolazione.
Il termine ghinea sopravvive ancora oggi in certi ambienti come nelle corse dei cavalli dove il nome della gara può essere riferito all’ammontare del premio che in passato spettava al vincitore: ad esempio la corsa delle 2.000 e delle 1.000 ghinee inglesi di Newmarket. Il trofeo assegnato ai vincitori della Coppa America, il più famoso trofeo nello sport della vela e anche il più antico trofeo sportivo del mondo per cui ancora oggi si gareggia, si chiamava Coppa delle cento ghinee o Queen’s Cup, tanto era costato il premio agli organizzatori. All’epoca la ghinea non aveva più corso legale ma veniva ancora usata per indicare 21 scellini della vecchia sterlina ossia una sterlina e 5 penny nella valuta decimale. Nel 2013 il Regno Unito per i 350 anni della nascita della ghinea d’oro ha emesso una moneta commemorativa da 2 sterline dove, al rovescio, compare lo scudo araldico a forma di vanga di Giorgio III, noto come Spade Guinea, introdotto nel 1787.
Note
- Titolo del Sacro Romano Impero, riconosciuto (1652) al conte palatino del Reno e passato poi (1777) all’elettore di Hannover. ↩
- La libbra troy è composta da 12 once troy, ogni oncia equivale a 480 grani, un grano a 0,06479891 grammi. ↩
- Da www.coins-of-the-uk.co.uk ↩