di Salvatore Buscemi e Giovanni Santelli
UN CURIOSO EPISODIO DELL’ANNO 1906… TUTTO DA DECIFRARE
Un fatto di notevole importanza, avvenuto nel 1906, fu certamente l’Esposizione Internazionale di Milano.
L’idea di organizzare una manifestazione per celebrare la realizzazione del traforo del Sempione e il lavoro e la tecnologia italiani, che l’avevano reso possibile, nacque nel 1901, quando ne fu avanzata la proposta nel Consiglio Comunale di Milano. A tal fine venne istituito un Comitato Organizzatore, composto dal sindaco di Milano e da molti fra i principali personaggi della vita politica, economica e culturale della città, coordinati da Angelo Salmoiraghi, presidente della locale Camera di Commercio.
Nel 1906 il traforo del Sempione fu completato e nello stesso anno si tenne l’esposizione, il cui tema era “La scienza, la città e la vita”, attuato ripartendo le attività in diverse sezioni: Trasporti terrestri, Aereonautica, Metereologia, Trasporti marittimi e fluviali, Piscicoltura, Agraria, Igiene pubblica, Previdenza, Belle arti, Arte decorativa, Galleria del lavoro per le arti industriali e Mostre retrospettive dei trasporti. Il successo dell’iniziativa fu enorme, tanto che fu impossibile accogliere tutte le richieste di partecipazione, anzi, in alcune sezioni si dovette respingere fino all’80% delle richieste.L’Esposizione Internazionale, che fu inaugurata dal re Vittorio Emanuele III il 28 aprile e si concluse l’11 novembre dello stesso anno, occupava una superficie di 987.000 m2, di cui 248.000 coperti. Era allocata in due aree distanti fra di loro, ma collegate da un’avveniristica, per quei tempi, ferrovia elettrica sopraelevata. Nel Parco del Castello Sforzesco vi erano le sezioni di maggiore rappresentanza, come: ingresso d’onore (fig. 1), Belle Arti e Architettura. Nella Piazza d’Armi, che nel 1923 sarebbe poi diventata la sede della Fiera di Milano, trovarono posto, invece, i padiglioni più tecnici, connessi alle attività produttive.
Per l’esposizione furono costruiti più di 120 tra caffè, buvette e ristoranti; tra l’altro i ristoranti self service, nati in questo periodo, ebbero particolare impulso dalla manifestazione.
Gli espositori furono 35.000, di 31 nazionalità, e i visitatori furono più di sette milioni, una quantità particolarmente significativa, se si tiene presente che, a quei tempi, Milano contava circa mezzo milione di abitanti.Per l’occasione fu coniato un gettone in rame (fig. 2), con il valore di 20 centesimi, che ebbe potere liberatorio, ma solo nell’ambito e per la durata dell’Esposizione Internazionale. Ne vennero realizzati anche 1.000 pezzi in argento, che furono venduti al prezzo unitario di 10 lire, e 100 in oro, venduti al prezzo di 100 lire.
Sempre nello spirito di celebrare il lavoro italiano nel mondo, il milanese S. Johnson presentò, nello stesso anno, il progetto del 20 lire d’oro di fig. 3, in cui il motto “diligente lavora in pace”, che sovrasta l’ape del rovescio, compendia puntualmente la grande esposizione milanese. Il progetto, tuttavia, non ebbe seguito.
Anche allora, però, non erano tutte rose e fiori e ai fatti si contrapponevano, con disarmante regolarità, i misfatti … e che misfatti! Dobbiamo segnalare, infatti, un gravissimo fatto di malcostume politico, perpetrato proprio alla fine dello stesso anno, non si sa se da un politico di destra, di sinistra, o di centro.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.271 – Marzo 2012