Avevamo già parlato, l’anno scorso, di una preoccupante diffusione nelle vendite in aste on line, tipicamente eBay ma anche da altri siti meno conosciuti, di monete false vendute da cinesi. Il fenomeno si era concentrato su monete d’argento europee di largo modulo, tipicamente, per rimanere in ambito italiano, monete da 5 lire. Un nostro collaboratore aveva, ad esempio, pubblicato un esemplare del 5 lire 1821 di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. Il trucco era sempre il solito: prezzo di partenza molto allettante perché apparentemente il venditore (con location spesso in Cina od Hong Kong) sembrava non conoscere l’effettivo valore della moneta, moneta in condizioni buone ma non ottimali. Al ricevimento della moneta l’amara sorpresa: il bordo lasciava poche speranze sulla genuinità del pezzo. Inutili poi le proteste od il feedback negativo: il venditore non risultava più reperibile.
ANCHE I FALSI FANNO PARTE DELLA NUMISMATICA. TRA DI LORO LE COSIDDETTE PATACCHE CON LA SCROFA HANNO UN RUOLO DAVVERO PARTICOLARE PERCHE’ ANCORA OGGI NON DI RADO SPUNTANO DAI CASSETTI DEI RICORDI.
Già il titolo di questo articolo potrebbe essere frainteso. E’ infatti ovvio che se si è già certi che si tratti di una patacca non si capirebbe il motivo per cui si perda tempo a scriverne un articolo. Eppure questa non è solo un falso, cioè una banale copia per ingannare i collezionisti, è proprio una invenzione di sana pianta ed è diventata, credo, la regina delle patacche non solo perché è la più comune ma anche perché ha dato origine ad una serie di copie e pure a, diciamo così, divagazioni sul tema. Essendo quindi una invenzione ed essendo anche piuttosto comune credo che possa meritare un’indagine.
Volume I – 1831-1900
Volume II – VITTORIO EMANUELE III
I numismatici sanno bene che, accanto alle monete vere e proprie, cioè quelle ufficialmente emesse per essere destinate ad agevolare gli scambi commerciali, ce ne sono altre non meno affascinanti:per esempio proprio quelle che sono elencate nel titolo dei due volumi che qui presentiamo: le varianti, gli errori ed i falsi, tutte fanno parte della storia della moneta.
di Lorenzo Bellesia – anteprima da Panorama Numismatico nr.261, Aprile 2011
AGLI INIZI DEL TRECENTO ALCUNE ZECCHE PIEMONTESI SI SPECIALIZZARONO NEL CONTRAFFARE IL GROSSO VENEZIANO, IL TIROLINO E L’IMPERIALE MILANESE.
Dopo la morte di Federico II l’Impero era precipitato nell’anarchia ed i Comuni italiani si affrancarono completamente.
Nel 1308 fu eletto re di Germania Enrico VII di Lussemburgo. Incoronato ad Acquisgrana il 6 gennaio 1309, decise di scendere in Italia per essere incoronato re dei Romani e cercare di consolidare il potere imperiale nella penisola lacerata dalle lotte tra guelfi e ghibellini. Giunse allora a Milano dove si fece incoronare re d’Italia il 6 gennaio 1311. Orgoglioso della sua missione, volle riordinare il caos che regnava in Italia non solo dal punto di vista politico ma anche economico e monetario.
di Lorenzo Bellesia – da Panorama Numismatico nr.235, luglio/agosto 2010
Un cortese lettore mi ha segnalato una interessante varietà della contraffazione fatta a Desana del quattrino piacentino battuto a nome di Ottavio Farnese.
Questa contraffazione è già stata pubblicata dal CNI sotto Delfino Tizzone (1583-1598) al numero 29 con la seguente descrizione: (altro…)