di Roberto Diegi
DAI PRIMI ASSI CON LA TESTA DI GIANO E L’IMMAGINE DI UNA PRORA ALLE MAIORINE DEL IV SECOLO, AL MARE E’ SEMPRE STATA DEDICATA UN’ATTENZIONE PARTICOLARE NELLE CONIAZIONI ROMANE, COSI’ COME E’ ACCADUTO NELLA STORIA DELL’IMPERO.
La prima cosa che uno pensa riguardo alla potenza militare di Roma e alle sue vaste conquiste militari è che questi risultati sono stati raggiunti grazie alle sue legioni di terra e alla loro perfetta organizzazione. Verissimo, ma non va dimenticato che Roma era collocata in mezzo al Mediterraneo e che il controllo del suo impero non poteva prescindere anche da un controllo del mare, sia militare che commerciale.
Non deve quindi stupire che Roma rappresentasse spesso la nave sulle sue monete, che – non dimentichiamolo – erano allora il primo e più immediato mezzo di “propaganda”. Antonio Morello, ha dedicato un importante studio sul potere marittimo di Roma nella monetazione repubblicana: io, molto più semplicemente, mi limiterò a una documentazione per immagini, allargando peraltro il mio orizzonte all’Impero.
Tra le più antiche monete romane-repubblicane vi sono naturalmente gli assi al tipo di Giano e della prora di nave. Ne riporto alcuni esemplari, fusi e coniati: ma a quando risalgono?
Qui si impone un inciso e mi sembra necessario riassumere, in modo veramente sintetico le tre principali datazioni fino ad oggi – o dovremmo dire fino a ieri? – tradizionalmente accettate dagli studiosi e dai collezionisti di monetazione romana repubblicana:
- una tesi tradizionale e più antica colloca la nascita della serie “Giano/Prora” al 335 a.C.;
- un’altra teoria, forse la più diffusa, asserisce invece che la nascita di questi pezzi bronzei va collocata verso il 225 a.C.;
- infine una terza ipotesi sostiene che la prima produzione degli assi con Giano e Prora di nave debba riportarsi attorno al 235 a.C.
Premetto che molti prestigiosi e meticolosi cataloghi d’asta – a conferma della incertezza esistente in materia – sembrano oscillare, nell’indicare l’inizio della produzione dei primi assi con Giano e Prora, tra la tesi che pone questa data al 335 a.C. e quella che la colloca verso il 225 a.C.
La questione era veramente assai incerta fino a che Leonardo Corradi, nel suo studio citato in bibliografia e basandosi sulle fonti più antiche, ha avanzato la tesi che il passaggio dall’Aes Rude all’Aes Signatum o Aes Grave, debba essere collocato ancora più indietro, vale a dire verso il 423 a.C.
Per la verità, se non ho preso un grosso abbaglio, qualche dubbio in proposito lo aveva già avanzato anche Angiolo Forzoni (La moneta nella Storia, vol. I), ipotizzando che il primo asse librale, basato sulla libbra romana di 327,5 grammi, potesse anche essere nato nel V secolo a.C. Naturalmente, data la mancanza di fonti certe, anche questo autore esprime le sue considerazioni in termini dubitativi, attestandosi comunque sulla data del 335 a.C. – dopo la fine della guerra di Roma contro le città della Lega latina – come la più probabile per una incisiva riforma monetaria del bronzo e dell’asse in particolare. Asse che in un primo tempo sarebbe stato commisurato alla libbra osco-latina o preromana di 272,9 grammi, per ritornare poi ad essere commisurato alla libbra romana di 327,5 grammi (come alle origini) che sarebbe poi stata la base di riferimento della monetazione romana fino alla caduta dell’Impero d’Occidente.
Le Foto 1 e 2, riproducono due assi fusi prodotti probabilmente in tempi diversi: il primo pesa 276 grammi (Crawford 35/1) ed il secondo (pure Crawford 35/1) 248 grammi (ex asta Nomisma 34/2007).
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr.285, Giugno 2013