Il pezzo da 50 dollari 2013 in argento, coniato dalla zecca polacca per conto delle isole Niue, ha una forma decisamente insolita: è infatti un vero e proprio cilindro. Prodotto in 2.500 esemplari, in qualità Proof, ha le seguenti caratteristiche: peso 186,6 g (6 oz), diametro 32 mm e spessore 22,1 mm. La moneta, denominata Fortuna redux, presenta al dritto la raffigurazione di Mercurio insieme all’immagine della regina Elisabetta II, sullo sfondo vi sono elementi stilizzati che rappresentano i viaggi; al rovescio è ancora presente l’effige dorata di Mercurio, sullo sfondo l’universo. Sul terzo lato, il contorno, ed è questa la novità, sono rappresentati i piedi alati di Mercurio con elementi che si ricollegano ai viaggi.
Una archeologa israeliana ha scoperto un raro tesoro di antiche monete d’oro e medaglioni risalente al VII secolo vicino al Monte del Tempio di Gerusalemme.
Eilat Mazar, la responsabile degli scavi dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha riferito che tra i reperti ci sono gioielli e un medaglione d’oro con il simbolo ebraico della Menorah (foto). Altri risultati della scoperta sono reperti con simboli ebraici come un corno di montone e di un rotolo della Torah. Hanno inoltre riportato alla luce un totale di 36 monete d’oro con le immagini di imperatori bizantini.
“Non ho mai trovato tanto oro in vita mia!” ha dichiarato la Mazar in una conferenza stampa sul Monte Scopus.
Segnaliamo alcuni articoli online sull’argomento: Fox News US, Scienze Fanpage, Ansa.
UBICAZIONE E CENNI STORICI
Reate fu una delle più antiche e principali città dei Sabini. Era situata su un’altura calcarea, che rappresenta attualmente la parte più elevata (circa 400 m.s.m.) e centrale della moderna Rieti (intorno alla Piazza Vittorio Emanuele e al Teatro Comunale), nell’angolo SE di una fertile conca attraversata dal fiume Velino.
Non abbiamo notizie storiche della città prima della conquista romana. Nel 290 a.C. il console Manio Curio Dentato assoggettò tutta la Sabina. A quel tempo vicino a Reate si estendeva un lago, il lago Velino, circondato da terre paludose. Il conquistatore dei Sabini, Curio Dentato, procedette subito alla bonifica della conca reatina, con l’apertura della cava curiana, che scaricava le acque del Velino nel fiume Nera. Il terreno così bonificato divenne fertilissimo e fu causa di gravi e secolari dispute tra la città e la vicina Interamna (Terni).
Nel 268 a.C i Sabini ricevettero la cittadinanza senza suffragio.
Nel 205 a.C. Reate assieme agli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione, durante le ultime fasi della seconda guerra punica.
Come le altre città sabine, Reate fu mantenuta al grado di prefettura sino al 27 a.C., poi municipio ascritto alla tribù Quirina. Ha dato i natali all’erudito Marco Terenzio Varrone e della città era originaria la famiglia dell’imperatore Vespasiano.
Segue: articolo completo in formato pdf da Panorama Numismatico nr.73 del marzo 1994, articolo richiesto da un ns. lettore.
E’ stata ritrovata in Israele questa rara moneta coniata nel 35 a.C. circa che raffigura Cleopatra da un lato e Marco Antonio dall’altro. La moneta é stata rinvenuta durante degli scavi in corso da quasi trent’anni presso Bethsaida, una città fondata molti secoli prima di Cristo, vicino alle alture del Golan.
Ne parla Matthew Hansen in questo articolo pubblicato sulla rivista online Omaha.com:
It looked like any other 2,000-year-old coin on the day they dug it up.
Covered in two millennia’s worth of rock and soil. Shrouded in mystery from a time so long ago that the Romans hadn’t yet fully built their empire.
In other words, really, really dirty. So dirty that the person — most likely a college student — digging last summer at the Israeli site of a longtime University of Nebraska at Omaha archaeological dig couldn’t see the famous faces on the coin. So dirty that the digger never realized she was, in fact, holding a tiny, priceless nugget of ancient civilization in the palm of her hand.
“We weren’t amazed at all until we cleaned the coin and looked at it,” says Rami Arav, the University of Nebraska at Omaha professor who has led the Bethsaida Excavations Project in Israel for the past 27 years. “I looked at the face and then I knew — I was looking at a face from the history books.”“We weren’t amazed at all until we cleaned the coin and looked at it,” says Rami Arav, the University of Nebraska at Omaha professor who has led the Bethsaida Excavations Project in Israel for the past 27 years. “I looked at the face and then I knew — I was looking at a face from the history books.”
Leggi l’articolo originale completo su Omaha.com
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