50° Convegno Numismatico Nazionale.
Presso: Starhotels Cristallo Palace, via Betty Ambiveri 35, Bergamo, vedi mappa.
Info: Circolo Numismatico Bergamasco e Circolo Filatelico Bergamasco c/o Oratorio di Boccaleone Via Beata Capitanio 11, Bergamo – info@circolofilatelicobg.it -viniciosesso@fastwebnet.it – www.circolofilatelicobg.it – tel. 342/1769908.
di Roberto Diegi
INFLUENTI, FORTI E ABILI NELLA GESTIONE DEL POTERE, LE DONNE DELLA DINASTIA SEVERIANA DOVETTERO SPESSO COMPENSARE LE DEBOLEZZE DI ALCUNI IMPERATORI SALITI AL TRONO IN TROPPO GIOVANE ETÀ.
Come ben sanno gli appassionati di Numismatica, le “donne” degli imperatori, a Roma, hanno sempre avuto una decisiva importanza.
Il primo nome che mi viene in mente è quello di Livia Drusilla, moglie di Augusto e madre di Tiberio. All’età di sedici anni, nel 42 a.C., sposò un cugino, il patrizio Tiberio Claudio Nerone, il quale combatteva assieme a Claudiano nel partito dei congiurati anticesariani, comandato da Gaio Cassio Longino e da Marco Giunio Bruto, il quale era in lotta contro Ottaviano e Marco Antonio. Quando l’esercito dei congiurati fu sconfitto nella battaglia di Filippi (42 a.C.), Claudiano seguì l’esempio di Cassio e di Bruto e si suicidò, mentre il marito di Livia continuò a combattere contro Ottaviano, passando dalla parte di Marco e Lucio Antonio. Nel 40 a.C. la famiglia di Livia fu costretta ad abbandonare l’Italia peninsulare per evitare la proscrizione dichiarata da Ottaviano e raggiunse prima la Sicilia, che era sotto il controllo di Sesto Pompeo, e poi la Grecia.
Quando fu decretata una amnistia generale dei proscritti, Livia tornò a Roma, dove conobbe Ottaviano nel 39 a.C. All’epoca del loro incontro, Livia aveva già avuto dal marito il primo figlio, Tiberio, ed era incinta di Druso. Malgrado questo, il futuro primo imperatore decise di divorziare dalla moglie Scribonia, nello stesso giorno in cui dava alla luce la loro figlia Giulia e obbligò il marito di Livia a fare lo stesso. Druso, il secondogenito di Livia, nacque il 14 gennaio 38 a.C.: quest’ultima e Ottaviano si sposarono tre giorni dopo.
Sebbene sia stata tramandata la storia che Ottaviano si sia innamorato immediatamente non appena incontrò Livia e volle quindi fortemente sposarla, in realtà è plausibile che il loro rapido matrimonio fosse suggerito da convenienze politiche: a Ottaviano faceva infatti comodo il sostegno della gens patrizia dei Claudii; allo stesso tempo costoro, piuttosto compromessi, necessitavano del sostegno del promettente Ottaviano per sopravvivere politicamente. Malgrado il loro matrimonio fosse quindi probabilmente dovuto a considerazioni politiche, Livia e Ottaviano rimasero sposati per 51 anni; inoltre Livia venne tenuta in grande considerazione dal marito, che consigliava nelle sue decisioni politiche. Ella fu dunque sempre al fianco del marito, formando insieme il modello per le famiglie romane. Malgrado la loro ricchezza e il loro potere, pare che continuassero a vivere modestamente nella loro casa sul Palatino.
Già nel 35 a.C. Ottaviano aveva concesso a Livia l’onore di gestire le sue finanze personali, dedicandole anche una statua in pubblico.
Segue: articolo completo in formato pdf tratto da Panorama Numismatico nr. 303 – febbraio 2015.
72° Convegno Filatelico Numismatico Città di Forlì
Presso: Fiera di Forlì, Sala contrattazioni, Palazzo di Vetro, via Punta di Ferro, 4, mappa.
Info: Circolo Filatelico Numismatico Forlivese, p.le della Vittoria 16, 47121 Forlì – Tel.: Gilberto Zecchi 339 7999109 – e-mail: m.valli@hotmail.com, opp. cfnf@libero.it.
E’ in spedizione per gli abbonati e già disponibile sullo shop online il nuovo numero di Panorama Numismatico, nr.303 di febbraio 2015. Di seguito l’indice della rivista:
- Curiosità numismatiche – Pag. 3
- Roberto Diegi, Le donne della dinastia dei Severi – Pag. 7
- Magdi A.M. Nassar, Il grosso guelfo. Storia di una politica monetaria contro la crisi – Pag. 19
- Stefano Di Virgilio, Monete e medaglie italiane del Gabinetto Numismatico di Dresda. XXIII inserto – Pag. 25
- Raffaele Iula, Alcune tracce di legittimazione politica nella Napoli del XVI secolo. Un comune esempio numismatico – Pag. 41
- Renzo Bruni, Una medaglia del cardinale Pietro Aldobrandini a memoria della spedizione militare contro Cesare d’Este per la recuperatione di Ferrara alla Santa Sede – Pag. 45
- In memoriam. Dimitri Loulakakis (1934-2014)
- Sandrino Bruno, Il simbolo della rosa sulle monete degli Spinola – Pag. 53
- Giuseppe Carucci, La Russia e il Baltico – Pag. 55
- Emissioni numismatiche 2014 – Pag. 58
- Mostre e Convegni – Pag. 62
- Aste in agenda – Pag. 63
In copertina: incisione tratta da un’edizione clandestina pubblicata nel 1602, in luogo sconosciuto, dell’opera Pontificis Maximi Clementis VIII anno MDXCVIII Ferrariam petentis et ingredientis apparatus et pompa. Expressa cum fide, collezione Ori, Ferrara (mm 187 x 141). Cardinale Pietro Aldobrandini, medaglia, 1598, L’entrata del corteo papale a Ferrara, opus: Antonio Casoni.
Il nuovo numero della rivista è disponibile al costo di 5.50 euro sullo shop online di Nomisma, dove è altresì possibile acquistare l’abbonamento annuale (55 euro).
Un comune esempio numismatico
FIGURA SCOMODA PER LA LIBERALITÀ DI PENSIERO GIOVANNA D’ARAGONA VENNE DEFINITA “PAZZA” E RINCHIUSA PER BUONA PARTE DELLA SUA VITA. NONOSTANTE CIÒ, LA SUA IMMAGINE COMPARE SU ALCUNE MONETE FATTE CONIARE DAL FIGLIO CARLO V
Nel mondo numismatico, si sa, le monete sono spesso considerate come esempio di varie testimonianze (storica, artistica, etc.) per delineare in modo più preciso il periodo e l’ambiente che ne hanno curato la produzione. Alcune, però, riescono a comunicare meglio il loro messaggio, forse perché sono state coniate appositamente per svolgere questo importante compito.
Uno dei casi più interessanti, a livello storico, politico e sociale, è sicuramente la serie enea napoletana curata a nome della regina castigliana Giovanna e di suo figlio, Carlo di Gand, che passerà alla storia con il nome di Carlo V.
Le vicende che caratterizzarono l’esistenza della regina Giovanna sono state trattate in molti ambiti e sotto varie ottiche, tutte originali. La sua vita non fu certo semplice: lo si può immaginare già dalla dura infanzia che tormentò la giovane principessa, la quale doveva tenere testa ad un padre, Ferdinando II d’Aragona, che non esitò a sacrificarla ad un matrimonio politico, seppur ben riuscito, e ad una madre, Isabella di Castiglia, ossessionata, se così si può dire, dal fervore religioso. Fu così che Giovanna crebbe in un clima politico-religioso molto pesante: la madre, in particolare, la trattò sempre con una certa ostilità a causa della repulsione che la figlia dimostrava nei confronti del fanatismo religioso, ampiamente appoggiato dai cosiddetti “Re cattolici”. Tale attaccamento al cristianesimo divenne sempre più importante per i sovrani iberici, basti pensare che la Spagna, all’epoca, era ancora divisa in vari regni che godevano di organismi amministrativi del tutto peculiari. Anche se a Ferdinando II non mancò la volontà di unificare tutti i territori spagnoli sotto la propria corona, il suo impegno primario si svolse soprattutto verso l’eliminazione di tutte le presenze straniere di arabi ed ebrei, al fine di legittimare la sua posizione di sovrano cristiano agli occhi del papa e del resto d’Europa. Fu proprio grazie alle azioni politiche di Ferdinando che la Spagna poté intraprendere, anche se a fatica, quel duro percorso che nel giro di qualche generazione la farà entrare di diritto tra i Paesi più potenti ed influenti dell’intera Europa, e non solo.
Segue: articolo completo in formato pdf, anteprima da Panorama Numismatico nr.303, febbraio 2015